Stasera ho fatto un po’ più tardi. Avevo lasciato a casa guanti e mascherina e sono dovuta tornare indietro a prenderli. Ma Napoli è vuota e ci metterò un attimo ad attraversarla per giungere a piazza Piedigrotta.
Mentre percorro via Toledo avverto quasi unicamente il rumore del motore della mia auto e delle gomme sull’asfalto, e intanto mi compiaccio di quanto è bella la mia città, che è nuda durante questa pandemia.

Eccomi arrivata. Il crepuscolo crea un’aria leggermente cupa, e il silenzio e il vuoto un’atmosfera a tratti spettrale. Finalmente intravedo i miei amici, accanto alla farmacia, ben distanti tra loro e con i dispositivi di sicurezza.

Parcheggio senza fatica e mi avvicino con le mie buste di viveri preparate. Siamo tutti e tre. Andiamo? …Ma dove sono?

Non appena poggiamo i sacchetti preparati sulle panchine deserte davanti all’ingresso della stazione, compaiono come dal nulla dai quattro angoli della piazza, dalle vie laterali, dall’interno della stazione 15, forse 20 paia di occhi … Occhi spaventati, occhi disperati, occhi affamati che, compostamente si avvicinano pian piano. E poi a voce bassa, o a gesti per non rimuovere mascherine inventate, chiedono cibo, acqua, mascherine, calzini..

Li rassicuriamo che ne abbiamo per tutti, di stare distanti tra loro e già la disperazione è sparita per lasciare posto ad occhi commossi e grati, ad un lieve sorriso che quasi solo si immagina, per un gesto davvero primitivo. Un po’ di cibo, acqua, qualche indumento.

Sant’Egidio c’è in questi giorni così difficili per chi è invisibile.

Vanno via ringraziando e chiedendo se e quando torneremo. E un appuntamento vicino li sorprende più della nostra stessa presenza.

Il crepuscolo ha lasciato il posto alla notte, ma questa sembra meno cupa del giorno appena trascorso. Quei volti hanno riscaldato il cuore, così come poter contare sulla disponibilità di tanti, davvero tanti che in questi giorni si sono proposti per aiutare in mille a sfamare e sostenere chi non ce la fa.

Mille, come sono mille i volti di questa città che non smette mai di sorprendermi per l’amore che chiede e che dà.