Caro diario,
sto tessendo la pagina di oggi in un termosifone del soggiorno. È confortevole qui dentro, sai? Si sta al calduccio e la cucciola d’uomo più piccola non può rubarmi il cibo (ultimamente ha il macabro vizio di spiaccicare con le sue manine paffute tutte le zanzare e i moscerini che vede, per poi mostrarli come un trofeo al capobranco; non sopporto più quella smorfiosetta vanitosa!).

Per tutto il giorno ho osservato questo branco di umani, e devo dire che iniziano a preoccuparmi le loro nuove abitudini. Prima se ne andavano sempre a spasso: chi a scuola, chi a lavoro, chi da un amico, chi a fare sport. Sono giorni ormai che invece non ho un attimo di pace, non posso uscire indisturbato a sgranchirmi le zampette: se ne stanno chiusi in casa tutto il giorno, cucinando più pizze di una pizzeria, più pagnotte di una panetteria, e più dolci di una pasticceria. Forse si stanno preparando per un gigantesco cenone? Eppure dai loro abiti non si direbbe: i cuccioli d’uomo di questa casa, a volte, nemmeno tolgono il pigiama!

O forse si preparano per una migrazione militare di massa? Magari stanno immagazzinando tutte le provviste per il viaggio nello stanzino grigio e freddo, quello con la porta piena di calamite colorate che si apre su ripiani stracolmi di contenitori e vaschette di cibo; e forse lo studioso e cinguettante esercito di cuccioli d’uomo che si nasconde nei computer sarà il loro compagno d’avventura. Mi permetto di dire che non mi sembrano molto in gamba quei piccoletti che imparano da dietro lo schermo: continuano a dire al capo dell’esercito, una signora maestra gentile e occhialuta, di avere problemi di rete: insomma, saranno anche dei cuccioli, ma a quell’età la ragnatela, o rete come la chiamano impropriamente loro, io sapevo tesserla!

Ad ogni modo, questa vicenda è degna d’esser raccontata: stamattina, l’umana più grande, simile ad una grassa salsiccia, stretta in un pigiama rosa ricamato e con i bigodini in testa, è entrata in bagno e mi ha visto… se ci penso ancora avvampo… mi ha visto sul water! Mi chiedo dove siano andate a finire le buone maniere: dico io, non si dovrebbe bussare alla porta prima di entrare in una stanza? Alla mia vista, quell’umana ha iniziato a gridare come un’aquila, ma che dico, come un mostro, un’arpia!

“Santa umana, vuoi almeno andartene e chiudere la porta?” le ho urlato io, per farmi sentire.
Immediatamente, quell’essere rumorosissimo è scappato a gambe levate e si è chiuso in camera. Santi numi, che figuraccia! Come se non bastasse, è ritornata, pallida e con gli occhi strabuzzati, brandendo una ciabatta, e la agitava verso di me con fare minaccioso, la roteava come una clava, quella barbara umana! Se doveva utilizzare il bagno, che lo chiedesse! Non c’era certo bisogno di intimarmi a quel modo di lasciarla sola: da beneducato gentil-ragno quale sono, già stavo zampettando via e sono riuscito a sfuggire per un pelo alla furia di quel salume assassino.
A domani,
Un gentil-ragno