Aveva il fuoco negli occhi.
Si vedeva. La curiosità di chi il mondo lo vuole scoprire, lo vuole sviscerare. Di chi lo vuole e basta.
Aveva il fuoco negli occhi e tu glielo hai spento.
Come piccole gocce d’acqua hai scavato dentro di lui e hai smorzato quel bagliore, quella luce splendente. Lui che era sempre stato così geloso di quella fiamma. Era soltanto sua.
Forse è per questo che non aveva molti amici. Un incompreso tra incompresi. E, tutto sommato, la solitudine era la sua corazza contro quel mondo che tanto voleva scoprire, ma che allo stesso tempo gli sembrava tanto ostile.
Perciò quando si è trovato costretto a casa, non gli è sembrata una punizione così dura da affrontare. La compagnia di sé stesso bastava, poteva continuare una vita normale.
Ma i giorni avanzavano. Mangiava, leggeva, studiava. Ogni giorno. Nel tempo libero pensava. Ma ben presto non aveva più nulla da pensare. E a un certo punto, quella sua routine quotidiana non gli sembrava più vita. Tutto quel fare, tutto quel leggere non gli sembrava avesse senso. A stento si riconosceva nello specchio. Era solo un’ombra di uomo.
Non riusciva più a stare con sé stesso, quasi si odiava. Perché quello che aveva conosciuto in questi giorni non era lui. Era un estraneo che aveva preso possesso del suo corpo, o forse era davvero lui?
Era il suo vero io, che in solitudine è riuscito a uscire fuori oppure era solo una proiezione delle sue paure? Questo dubbio lo attanagliava.
Si era riscoperto fragile, si era riscoperto piccolo. Si era riscoperto innamorato della vita e degli altri. Si era riscoperto pigro, antipatico, introverso. In solitudine, si era riconosciuto.
E poi si era odiato.
All’inizio della quarantena quel fuoco si spense, il buio prese possesso di lui. Gli hai spento il fuoco, tu.
E poi glielo hai riacceso. Gli hai dato la consapevolezza delle proprie fragilità. Gli hai fatto scoprire il mondo dentro di lui, rimasto inaccessibile per così tanto tempo. Gli hai dato la capacità di guardare tutto e tutti con occhi diversi, con l’esperienza di chi da solo ce l’ha fatta. Perché essere soli non significa soltanto stare lontano dai propri affetti. Significa affrontare sé stessi. Significa combattere ogni giorno contro la propria presenza ingombrante, quella che appesantisce l’animo e gli occhi. E lui l’ha fatto.
Gli hai spento il fuoco, tu. Ma alla fine gli hai dato i fiammiferi.
E ora quel fuoco è tornato a splendere. Brucia che è un piacere. Ogni giorno lui lo alimenta, senza farlo mai spegnere.