Wine Tv in Tour sbarca a Roma, in zona Tuscolana presso l’Enoteca Vite, in Via Livio Salinatore 22.
Un format di Wine Tv Group che porta in giro per l’Italia 6 aziende artigianali scelte seguendo i principi di filosofia, qualità, identità territoriale e localizzazione
Una domenica, quella appena passata, trascorsa a scoprire sei espressioni del nostro territorio magistralmente raccontate da Cristiano Cini, Direttore di WineTv Group.
Una location nuovissima, l’Enoteca Vite, aperta a Marzo, gestita dalla spumeggiante Francesca, sommelier, che l’ha chiamata così perché “Le VITE sono loro, la VITE è nel calice, le VITE siete voi ed io che siamo qui in questo momento. Non siamo mai soli… siamo solo distratti!”
Alle 17.30 gli avventori, tra abitué del locale, wine lovers e sommelier, si sono accomodati nella saletta dedicata agli eventi, al piano di sotto.
Per ognuno, la padrona di casa ha servito in abbinamento ai vini, un pezzo di pizza bianca ripiena con hummus e pomodorini secchi e un panino con ricotta, marmellata di fichi e speck, oltre al mix di taralli pugliesi e napoletani. Insomma, un’ottima partenza.
Si comincia il viaggio con il primo vino:
Ambris, un 100% Sauvignon Blanc dell’azienda Torre Bisenzio di Allerona (TR) in Umbria. La sua peculiarità sta nella modalità di vinificazione. Una parte viene vinificata e affinata in anfora per sei mesi sulle bucce, una parte in acciaio e una parte in barrique per poi passare per altri 4 mesi in bottiglia. Nei sentori rimane coerente con un Sauvignon, ma i vari passaggi aggiungono note inaspettate.
Il viaggio prosegue al sud, in Calabria, in provincia di Cosenza nell’azienda Maradei di cui abbiamo degustato D’Anfora, un blend di Guarnaccia Bianca, vitigno autoctono (80%) e Malvasia Bianca.
Un orange wine biodinamico, caratteristiche tutte riconoscibili alla vista e al naso, ma è in bocca che si ritrova quel quid “quasi tannico, quasi da rosso”, a detta anche dei commenti in sala. Come lascia sottintendere anche il nome, trascorre circa 8 mesi/1 anno in anfora per la sua fermentazione spontanea. Il tempo dipende dall’annata, ma anche dalla realizzabilità del vino.
Risaliamo nel vicino Molise per assaggiare l’autoctona Tintilia di un’azienda che da anni si impegna nella diffusione di questo vitigno. Parliamo di Tenute Marta Rosa, Campomarino (CB), di cui abbiamo assaggiato Tintilia 2021, naturalmente in purezza. Una lavorazione accurata in cui i grappoli diraspati non sono pigiati, usando una tecnica di vinificazione affinata dall’enologo che, come spiega Cristiano Cini, poi esalta del vino l’esplosione della macchia mediterranea, la chiusura di sale e l’eleganza del vino.
Pochi chilometri ancora e siamo in Puglia a Cerignola (FG) ancora una volta in un’azienda che punta a valorizzare il proprio vitigno autoctono, il Nero di Troia. Mandwinery è la giovane azienda gestita da fratello e sorella, che insieme all’enologo, si propongono di portare avanti l’antica storia del vitigno attraverso le bottiglie.
Abbiamo degustato Jalissia 2022 che racconta il Nero di Troia nelle sue note più nere di pepe, liquirizia, ma aggiunge sentori soprattutto al naso. Un vino di cui scoprire le future evoluzioni.
Quasi alle battute finali si torna in Umbria, a San Gemini (TR), da Leonardo Bussoletti, azienda pioniera del Ciliegiolo in purezza. Vitigno usato prevalentemente da taglio, è stato da Leonardo studiato per essere usato in purezza. Ed eccoci di fronte ad una delle più sorprendenti espressioni Ramici, appunto 100% Ciliegiolo. Complice sicuramente la zona di produzione e il suo terreno sabbioso, è un vino delicato, di eleganza sconosciuta, e grande facilità di beva, come ha commentato Crisitano Cini, che ha aggiunto, “alla cieca può essere scambiato per un Pinot nero, e questo la dice lunga”.
Dulcis in fundo, un’azienda storica Fattoria Nicolucci, di Predappio in Emilia che produce il Vigna del Generale, 100% sangiovese. Nasce da una vecchia vigna di circa 90 anni da un acino piccolo che rende il vino longevo. Tant’è che la 2018 degustata è stata valutata da tutti una giovincella con un lungo avvenire davanti. Un rispetto della storicità del sangiovese che si sente nel bicchiere, come tutta la complessità che può offrire, anche un po’ complice il particolare terroir, ovvero la vicinanza alle cave della vecchia solfatara.
Terminata la degustazione ė il momento di mettersi in gioco: è il momento del blind testing! Uno dei vini degustati viene versato ad ogni partecipante che deve compilare un questionario a risposta multipla e provare a indovinare di quale etichetta si tratta.
Commenti e consultazioni tra i tavoli e gruppetti presenti e poi l’inesorabile consegna delle schede a Simona Bizzarri, l’addetta al conteggio dei voti, meglio nota in Wine Tv Group come “quella che lavora”!
L’insostituibile factotum arriva con cinque ex equo. E’ stato quindi necessario uno spareggio per decretare, non uno, ma, alla fine, due vincitori che sono stati in grado di rispondere alla non facile domanda sugli quanti fossero gli ettari vitati dell’azienda in questione.
Rossella Cazzato e Claudio Piergiovanni hanno così vinto il premio ricordo: il diploma Wine Tv di “top blind taster”.
Salutati Cristiano Cini e Simona Bizzarri, gli avventori hanno espresso il loro gradimento secondo la cara vecchia tradizione romana, chiedendo all’Oste “portace n’artro litro”… dei vini assaggiati naturalmente!
Antonella De Cesare