Un piccolo affresco del ‘600 quello che Raffaele Messina ci propone in un tascabile bilingue dell’editore Colonnese “San Gennaro e la Lazzara” . Un piccolo ma prezioso volumetto in linea con gli altri precedentemente pubblicati, come “Nella bottega del Caravaggio” o nel “Masaniello innamorato e altri racconti”. Un periodo storico già visitato quindi dall’autore campano.
Sullo sfondo di questo lavoro, strenna natalizia del Natale 2023, l’eruzione del Vesuvio del 1631. L’Evento sismico che distrusse in parte Portici, Ercolano, Torre Annunziata e l’attuale Pietrarsa, Pietra Bianca all’epoca della narrazione.
L’autore, con una delicata quanto raffinata scrittura, racconta la storia di Ricciolina, una ragazzina appena adolescente, avviata alla prostituzione dallo stesso genitore stupratore. Una storia parallela a tante realtà del così detto “secolo di ferro” caratterizzato oltre che dalle guerre, anche dalla grave decadenza economica e culturale.
Messina non si sofferma alla descrizione della vita della protagonista, ma delinea i contorni della società del tempo attraverso brevi, ma dettagliate descrizioni dei cooprotagonisti. Così come per i partecipanti alla storica processione del Santo Patrono con la quale San Gennaro, secondo la tradizione, pose fine all’evento eruttivo o, quanto meno, ne rallentò drasticamente la veemenza.
Anche la protagonista Ricciolina, divenuta oramai nota cameriera e prostituita di una bettola, frequentata tanto da abituali avventori quanto da sfollati per l’evento eruttivo, vi prese parte, trovando per così dire, sì accoglienza, ma solo in fondo al corteo, tra gli “ultimi”.
Un affresco di un’umanità variegata, che con in testa la statua del Santo sembra voglia apparentemente esprimere lo stesso desiderio, e cioè che tutto finisca prima possibile, proprio lì, da dove era cominciato.
Buona lettura
Carlo De Cesare