Storia delle camorre.

 

Il primo volume in argomento Isaia Sales lo ha pubblicato nel 1988  ed aveva il titolo “La camorra le camorre”, un plurale già presente nella precedente pubblicazione e che storicamente parlando ha assunto nel tempo sempre più significato vista la varietà delle bande criminali operanti a Napoli e in Campania. Una evoluzione inaspettata se si tiene conto della nascita della camorra avvenuta negli anni 20 dell’ottocento, prima della mafia siciliana, e ai suoi  lunghi periodi storici di “assenza”. La capacità di espansione di Camorra e ‘ndrangheta, o forse meglio di “camorre” e ‘ndrine, è stata per lungo tempo sottovalutata,  ritenendole erroneamente entrambe espressione di un fenomeno delinquenziale locale. Il volume “Storia delle camorre” pubblicato da Rubbettino analizza appunto le mutazioni nel tempo di ciò che genericamente indichiamo con la parola “camorra” anche in rapporto alla mafia. Un raffronto che mette in evidenza la diversa organizzazione  interna: quasi orizzontale la prima, spiccatamente piramidale la seconda.  Una differenza che le ha rese diversamente vulnerabili. Infatti i risultati ottenuti dallo stato, colpendo le leadership, dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino sono difficilmente paragonabili a quelli ottenuti parimenti con la camorra, proprio  a causa della  maggiore elasticità nella rigenerazione degli apparati di comando. Questo non significa che le camorre siano meno organizzate o che il modello piramidale rappresenti l’unico utilizzato dalle mafie e che questo sia vincente rispetto ad altro. Si tratta solo di organizzazioni di tipo diverso finalizzate al raggiungimento degli scopi prefissati. Ma le ragioni del forte radicamento delle camorre sul territorio non vanno ricercate, secondo l’autore,  nei vari contesti sociali di riferimento e tanto meno nell’organizzazione interna delle stesse, bensì più in generale nella storia di Napoli e della Campania.

 

CARLO DE CESARE