“SCIGHERA”
Maria Rosaria Pugliese è un nome già noto a molti.
I suoi libri, “Omicidio ad alta quota”, “Fuochi d’artificio per il commissario de Santis”, sono la conferma di una penna creativa e versatile, capace di intrigare il lettore e di coinvolgerlo in una entusiasmante ricerca della verità, del colpevole, del perché.
Oggi con la pubblicazione del suo ultimo lavoro, l’autrice ha davvero rispettato e confermato le aspettative dei suoi lettori e l’ha fatto cominciando dal titolo “Scighera”. Una parola che deriva dal latino “caecus” e che i milanesi conoscono molto bene dal momento che l’utilizzano per indicare quella “fitta nebbia”, quella che si taglia con un coltello, per capirci.
Ma la “scighera” della Pugliese, pubblicato da Fratelli Frilli Editori, avvolgerà sottilmente tutta la narrazione, con accezioni differenti, ma sempre finalizzate a descriverci l’imperscrutabilità degli eventi.
Siamo nel tranquillo condominio “Ballabanzer”. Un edificio di sei piani, 12 appartamenti in tutto. Vite che si sfiorano, talvolta s’intrecciano, altre volte si ignorano, ma poi all’improvviso un suicidio e tutto cambia, specie quando il commissario De Santis, giunto sul luogo della tragedia intuisce che quella morte nasconde qualcosa di diverso: un probabile omicidio.
La “Scighera” non si diraderà facilmente, si viaggerà nelle vite dei condomini, nei loro segreti, nelle ombre del passato e nelle ipocrisie del presente. Ma quando ancora un’altra vita sarà spezzata, il commissario troverà il modo di attraversare quella nebbia, facendo giustizia e finalmente luce.
RENATA BUONAIUTO