Nomignoli, diminutivi, appellativi, sono ancora oggi utilizzati per sottolineare la peculiarità di una persona sia in senso vezzeggiativo che dispregiativo o più semplicemente identificativo
Una consuetudine quest’ultima ancora presente in alcuni contesti popolari, ma che nella tradizione contadina di un tempo, da noi poi non così lontano, sostituiva nella quotidianità l’ufficialità del cognome, che a volte rimaneva del tutto o quasi del tutto sconosciuto.
Fiorenzo Marino con il
Volume “O’ contranomme” pubblicato da Frammenti ci accompagna in una di queste realtà dell’entroterra casertano: Succivo
Non che questo paese sia diverso rispetto dagli altri, anzi per la sua matrice culturale in epoca fascista fu addirittura accorpato a Sant’Arpino, Frattaminore e Orta di Atella con il nome di Atella di Napoli, ma perché Succivo è anche la terra natia dell’autore del volume in oggetto.
Un pretesto quindi quello dei soprannomi per approfondire la storia del paese che proprio attraverso i nomignoli arricchisce senza dubbio il suo patrimonio culturale.
Del resto già in età Romana a scopo identificativo accanto al nome personale era in uso quello della famiglia di provenienza, sostituito, poi a causa delle omonimie, dal cognome che altro non era che un soprannome.
Nello specifico O’ contranomme oltre a poter indicare la discendenza familiare poteva essere utilizzato per l’identificazione della persona stessa attraverso le sue caratteristiche fisiche, o anche lavorative.
Da qui il soprannome di Angelo figlio di Leone che diviene con i vezzeggiativi Ngiulillo ‘e Lione
Oppure
Peppeniello ‘o zuoppo
Alfonso ‘o cecato
Caitano ‘o muto
Dove zuoppo cecato e muto stanno ad indicare una menomazione fisica più o meno grave della persona.
E ancora
On Rafele ‘o cuppularo
Onna Italia ‘a serengara
Per indicare rispettivamente
Raffaele il berrettaio e
Donna Italia colei che faceva le iniezioni
Tutti personaggi rigorosamente esistiti e in alcuni casi anche immortalati nelle foto a corredo del volume
Appare quindi evidente come dietro ad ogni soprannome ci sia una storia
che fa di ciascun individuo un membro imprescindibile della comunità.
Un esempio di come le storie personali contribuiscano a formare quella collettiva di un territorio che come in questo caso grazie al certosino lavoro di Fiorenzo Marino prende gradevolmente vita nelle pagine di questo volume.
Buona lettura

CARLO DE CESARE