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Ho avuto modo di apprezzare in più occasioni Annie Pempinello sia da attrice che da poetessa
E non soltanto per le sue performance teatrali e cinematografiche, ma più da vicino in Rai, per la cortese partecipazione ad alcune puntate de “Lo Scaffale” come interprete di brani tratti da volumi presentati nel corso della rubrica.
Ma la produzione letteraria dell’autrice, grazie alla sua formazione classica, affonda le radici in tempi remoti e in particolare nella elaborazione di testi teatrali, alcuni dei quali di discreto successo.
Una produzione emersa in tutta la sua forza poetica nella prima silloge “Il paroliere” frutto in parte di scritti tenuti erroneamente e forse per troppo tempo nel cassetto, ma venuti alla luce nel 2018 in questa pubblicazione grazie all’editore Guida.
Con “Brevima dies” la scrittrice continua il percorso iniziato nel precedente volume.
Un cammino, più che un viaggio tra passato e futuro, dove la poesia fissa gli attimi di una vita che scorre.
Un dolce peregrinare nei meandri della mente attraverso immagini e suoni che restano immobili come attori dietro un sipario appena chiuso.
È l’esistenza stessa a prendere vita, così come la realtà nella finzione scenica.
Perché teatro e poesia sono un binomio imprescindibile per l’autrice che nei suoi versi riesce a racchiudere le esperienze di donna e di attrice, ma anche di figlia all’ombra del padre.
Non un riduttivo crogiuolo di sentimenti riflessi dal trascorrere del tempo, ma un viatico di formazione interiore senza soluzione di continuità.
Buona lettura
CARLO DE CESARE