IL PERCORSO BREVE
A volte mi chiedo come possa, un percorso così breve, avere così tanti ostacoli da rallentare il traffico. La strada è sempre quella: dalla testa alla bocca. Una distanza decisamente piccola, ma che si allunga inaspettatamente se sei indifeso.
Si, indifeso, ma non perché sprovvisto di armi, quelle….le abbiamo tutti, ma perché riposte in un baule chiuso a tripla mandata.
C’è bisogno allora di una spinta.
Una spinta bella forte che rasenta l’arroganza di chi crede di possederti.
Come i pensieri che prepotentemente si fanno strada, inseguendo scorciatoie dissestate, sentieri inerpicati.
Sai di essere fragile, ma la sfacciataggine della forza di sopravvivenza fa di te la persona più forte che c’è, anche se forte non sei.
E allora ti fermi, ma non troppo, cerchi aiuto negli sguardi degli altri sino a prosciugare le loro forze e diventare l’egoista irrazionale che non sei mai stato; ma ci sta.
Pretendi perfino di abbracciare le tue stesse braccia cercando di coordinare movimenti inesistenti.
Non posso deludere,
non voglio e non Mi posso deludere.
Ora devo lavorare sodo, come non mai, di più e ancora di più, fino allo sfinimento delle forze che già chiedono aiuto senza proferire alcuna parola, ma solo sillabe non ancora ben scandite.
C’è tempo, quello dell’impegno per non lasciare nulla di intentato.
Ce n’è di tempo.
Il mio
MAURO GALLIANO