Credo che mai come nel caso di Spagnuolo il termine “a cuore aperto” sia più appropriato per realizzare una intervista, vuoi perché alla veneranda età appena raggiunta (…..i primi 90 anni) per un poeta del suo calibro, la poesia non ha davvero più segreti . Vuoi perché la delicatezza dei sentimenti espressi dalla sua poesia impongono nel lettore di entrarvi in punta di piedi, in silenzio, con il massimo rispetto per il creato, per la vita, proprio come un chirurgo in sala operatoria. Non è un caso infatti che il poeta Antonio Spagnuolo sia anche un grande medico specializzato in chirurgia vascolare. Un professionista serio e preparato che ha fatto della sua stessa vita professionale una poesia. Ho avuto modo negli anni di apprezzare molto il percorso poetico di Antonio Spagnuolo, sebbene conosciuto come poeta solo dopo alcuni anni dalla sua affermazione. Del resto che di strada ne avrebbe fatta tanta lo ha testimoniato il plauso di Umberto Saba nel 1953 per il suo volume di esordio “Ore del tempo perduto”. Ma a parte ciò credo che il binomio Spagnuolo- Assedio della poesia (tra i suoi primi successi poetici) sia quello che ha suggellato la vertiginosa crescita professionale del poeta, tradotto tra l’altro in francese, greco moderno, inglese, iugoslavo, spagnolo, arabo e turco. Una produzione poetica che continua con lo stesso fervore dei suoi primi anni, come dimostra la pubblicazione ” Polveri nell’ombra” del 2019. Oggi Spagnuolo continua con la stessa premura a presiedere giurie di premi poetici e a dirigere la collana “Le parole della Sybilla” per Kairòs editore “, oltre a curare il suo blog e la rassegna “poetrydream” sul web. Ma non finisce qui la casa editrice Oedipus annuncia per i prossimi mesi l’uscita di una nuova raccolta di 60 poesie dal titolo “Ricami dalle frane”. C’era da scommetterci.
Antonio Spagnuolo quasi una vita intera vissuta tra poesia, prosa e teatro.
Io ho trascorso tutto l’arco della mia esistenza impregnato dal ritmo dell’endecasillabo. Sin da giovane la necessità di scrivere è stato il primum movens di ogni mia attività, compresa la professione di medico, che ha sviluppato maggiormente in me la necessità di ascoltare per comunicare.
C’é un filo conduttore che lega le sue opere?
Il tracciato di ogni mia opera è sempre e solo la poesia. Anche nei volumi in prosa che ho dato alle stampe la critica ha individuato un filone che si aggancia alla scrittura poetica.
Eros-Thanatos: un binomio freudiano quasi costantemente presente perché .
L’amore, quello che amo dire “sublime”, al di sopra della semplice partecipazione carnale, è stato sempre il nutrimento delle mie passioni e dei miei sentimenti. Affondare in Eros, con tutto me stesso, sembra essere l’unica beffa che possiamo offrire a Thanatos allontanando quotidianamente la sua nera falce demolitrice.
Abbiamo bisogno di certezze o di poesia per superare le nostre fragilità.
Purtroppo abbiamo bisogno di certezze per sopravvivere, e la poesia, con la sua inestinguibile fiamma che la rende il sostentamento musicale di ogni attività quotidiana, diviene per l’uomo di cultura il nutrimento per l’eternità.
Qual’é il suo giudizio sull’attuale produzione poetica italiana.
Brutta domanda ! Oggi con l’esplosione di internet si offrono al pubblico centinaia di tentativi di poesia, quasi sempre tutti approssimativi o addirittura negativi. Difficile trovare il vero “poeta”, che sopravviva alla storia. Mi sembra che al momento autori di spessore ce ne siano ben pochi. Al massimo da contare sulle dita di una sola mano. La colpa è anche dell’editoria maggiore che si presta alla pubblicazione di nominativi noti al grande pubblico solo perché divi della TV , giocatori incalliti, nipoti di prelati, giornalisti di grido e così via.
Carlo De Cesare