Una storia non facile e sicuramente coraggiosa quella della giovane scrittrice Costanza Marana “Rêverie di una vita in terza persona”.
Un viaggio alla scoperta di un timido “io” ascoltato e raccontato utilizzando piani diversi, reali ed immaginari.
L’autrice descrive la quotidianità sull’onda dei pensieri, e delle emozioni, della protagonista: “Lei”, cui la scrittrice non fornisce mai una identità, consentendo così al lettore di poterla personalizzare ed universalizzare a suo piacimento.
Non solo quindi semplici spettatori di un racconto, ma protagonisti di un viaggio dell’anima che, separata dal corpo, può comprendere la vita nella sua infinita grandezza.
“Lei”, la protagonista in terza persona è essenza filosofica di ciascuna donna, le cui sensazioni, emozioni, immagini, rappresentano il resoconto di un mondo interiore, esaltato dall’autrice grazie anche alla musicalità di un lessico ricercato.
Stuzzicando non solo la psiche ma anche il gusto di chi apprezza l’arte come un prodotto dell’interiorità, “Rêverie di una vita in terza persona” rappresenta una lettura che arricchisce, lasciandoci spettatori del pensiero di “lei” che è “un’entità unitaria, indivisibile” e che, allo stesso tempo, anela a separarsi dal suo corpo in un atto di trasmigrazione dell’anima per “immaginare il suo spirito vagare per il mondo” alla stregua del protagonista della fiaba di Oscar Wilde Il pescatore e la sua anima.
Brevi capitoli, con grandi spunti di riflessione e di ricerca interiore che porteranno il lettore a scoprire ed apprezzare quei “piccoli particolari” della vita, spesso incomprensibili all’occhio umano ma mai a quello dell’anima.
Anna Di Fresco