Aprile non è solo il mese di Pasqua, ma è soprattutto il mese del Vinitaly, il Salone Internazionale dei vini e distillati alla 57°edizione a Veronafiere, cominciato il 6 aprile e terminato oggi! Un appuntamento imperdibile per chi gravita nel mondo del vino. È il fiore all’occhiello del nostro paese e continua a sfidare i propri record coinvolgendo quest’anno 4000 aziende, 97.000 presenze da 130 nazioni, 3.000 operatori business, 1200 top buyer da 71 paesi selezionati, 30 importatori americani di vini, operatori da oltre 140 nazioni, e come sempre un fitto programma di appuntamenti e masterclass.
Un quartiere espositivo, quello di Veronafiere, al completo, con padiglioni dedicati a tutte le regioni d’Italia, ai vini internazionali, alla mixology, alle birre, insomma, non è mancato nulla. Come ha sottolineato il direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini:
“Vinitaly si conferma un brand solido che è stato capace di fornire al mondo del vino una risposta di sistema allo scenario internazionale. Tra le novità di questa edizione di Vinitaly, l’esordio di Vinitaly Tourism, il format dedicato all’enoturismo, e l’ingresso nel palinsesto di tendenze emergenti come vini No/Low alcol, RAW Wine e vini in anfora. Si tratta di iniziative che arricchiscono l’esperienza fieristica, a conferma di un salone che non solo ascolta e fotografa il settore, ma ne anticipa le traiettorie. Vinitaly, oggi più che mai, rappresenta un asset strategico in un momento di profonde trasformazioni. La qualità degli operatori e la soddisfazione degli espositori con agende di lavoro fitte di appuntamenti, ribadiscono il ruolo centrale della manifestazione nell’ascolto dei mercati e nella promozione del vino italiano a livello globale”.
Ed è stato proprio così. Gli stand erano affollati per le degustazioni e ai tavolini interni degli stessi era continua l’alternanza tra domanda e offerta. Vinitaly è l’occasione per i produttori di presentare, non solo le nuove annate di vini che dovranno ancora proseguire la loro evoluzione in bottiglia, ma il momento delle novità pensate per rispondere alle esigenze del mercato. In molti casi la tendenza è stata quella di puntare su vini, freschi, giovani, dal sorso facile e di buona bevibilità, soprattutto per i rossi. Un’opportunità per portare in assaggio sperimentazioni e valutare l’impatto sul pubblico di buyer, e perché no, di raccontare di vitigni meno conosciuti e di produzioni biologiche certificate, come nel caso degli espositori dell’area dei Micromega Wines nel padiglione C.
Altra area dedicata era quella della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, con quasi 200 aziende di medio piccole dimensioni, dove è stata inoltre presentata una ricerca sulla sostenibilità economico-finanziaria delle aziende vitivinicole verticali, realizzata dall’Invernizzi AGRI Lab di SDA Bocconi School of Management, con il sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e di Crédit Agricole Italia.
Per la prima volta, poi, il gruppo di 45 giovani donne dell’associazione Sbarbatelle, dedicata alle produttrici di vino under 40 di tutta Italia, si sono unite in un unico stand, coloratissimo, primaverile e per l’appunto, tutto al femminile.
Questi sono alcuni esempi che mostrano quanto il vinitaly sia sempre una cartina di tornasole di ciò che accade nel mondo vitivinicolo italiano e straniero. Lo attestano anche stand come Amphora Revolution, un focus con 22 aziende che usano anfore e giare di terracotta come contenitori per l’affinamento dei vini, e Raw Wine, dove degustare i vini naturali, organici, biodinamici e a basso intervento di 140 produttori provenienti da 10 paesi. E non poteva mancare un focus sui dealcolati con il “0 Alcohol Cocktail Bar” dove poter degustare 14 vini NOLo di 8 aziende presso l’area Mixology dell Hall C, dove si sono tenuti anche dei panel dedicati.
Novità introdotta quest’anno è stata anche Vinitaly Tourism, in linea con l’attenzione che il pubblico sta rivolgendo alle experience che permettono di vivere i territori in maniera più immersiva, alla scoperta dei prodotti di enogastronomia locale e di fascini sconosciuti.
Nasce così il numero zero di questo nuovo progetto di Veronafiere per la promozione delle experience nelle cantine del Belpaese, già pronto per essere esportato nei Vinitaly esteri.
Dopo tante novità, un appuntamento ricorrente ormai da 9 anni, quello del 5 Star Wines- The Book, la selezione enologica di Veronafiere-Vinitaly. Tra i 2200 vini giudicati da 56 esperti, ha vinto il premio Cantina dell’anno Grand Vinitaly 2025 – Cantina del Rimedio S.C.A.
Il Miglior Vino Italiano – Banco BPM 2025, invece, è andato a Franciacorta DOCG Brut Rosè Millesimato Cuvèe Monogram 2016, Azienda Agricola Castel Faglia, cui poi sono seguiti i premi per il miglior vino bianco, rosato, rosso, frizzante, spumante, dolce e fortificato selezionati per l’inserimento nella guida “5StarWines – the Book 2026”.
Il Vinitaly però non è solo dedicato agli addetti ai lavori, è anche diffusione della cultura del buon vino. Il weekend, infatti, è stato interamente dedicato ai Wine Lover, che hanno potuto degustare le eccellenze nostrane ai banchi d’assaggio che hanno arredato le piazze del centro di Verona: Piazza dei Signori, il Cortile Mercato Vecchio e il Cortile del Tribunale. Il Vinitaly and The City, il fuori salone, è un vero e proprio format ormai, esportabile! Tant’è che questa estate si terrà in Calabria uno spin off voluto e organizzato da Regione Calabria e Arsac (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) nel parco archeologico di Sibari dal 18 al 20 luglio 2025.
Una settimana ricca, dunque, dove non sono mancati momenti di confronto e approfondimento su tutto ciò che sta accadendo e minando il mondo del vino: I dazi, l’inasprimento delle sanzioni alla guida, l’abbassamento dei consumi, il cambio di target dei fruitori e i ragionamenti su come coinvolgerli e rispondere alle loro esigenze, insomma, un periodo decisamente complesso.
Per qualche giorno però ci siamo immersi non solo nelle problematiche, ma ci siamo immersi nelle centinaia di racconti di vini, vigneti, territori. Ci siamo lasciati affascinare dalle immagini e dai colori degli stand, dai profumi dei prodotti tipici e il bello, è ciò che rimane, la sensazione di aver fatto il giro del mondo in 4 giorni!
Antonella De Cesare