Siamo fatte di carta, di fili ritorti, d’ali sospese, di fragili corazze, di lava rovente, di luci visionarie, di briciole d’assenza, di gusci fossilizzati, di respiri millenari. Siamo fatte di carta, di storie perse nel tempo, di alberi capaci di sognare, di narrazioni e di traguardi. Pori, piume e radici: ecco la nostra anima!

Floriana e Anna Maria sono due artiste, due amiche che con il volume “Siamo fatte di carta”, Ventura Edizioni propongono al lettore un viaggio al femminile nell’universo della natura attraverso la poesia e l’arte. Il libro raccoglie i versi della poetessa torinese Floriana Porta e le suggestive opere di Anna Maria Scocozza, artista romana che realizza i suoi manufatti utilizzando esclusivamente carta riciclata. Una fusione perfetta tra versi e arte, tra spiritualità e materia. Il volume diviso in sei sezioni affronta tematiche come il rispetto della natura, il riciclo creativo, per ridare altra vita agli scarti, e l’eco-filosofia, la ricerca interiore, le necessarie sconfitte per poter crescere, l’energia femminile, la spiritualità. Le opere scultoree della Scocozza , uniche nel suo genere, sono oggetti da indossare, che fanno parte della vita quotidiana della donna e che divengono specchio immateriale dell’anima, come i vestimenti e le calzature poetiche, gli eco gioielli, le maschere. Tutto rigorosamente di carta, non perché considerati oggetti di consumo, ma perché “contenitori di senso”. Abiti, lingerie, monili, calzature, per un “guardaroba poetico”. Floriana Porta, infatti ispirandosi all’eco-filosofia dell’amica Anna Maria, ha scritto i versi che accompagnano le sue opere. Ne è venuto fuori un lavoro originale nel quale due mondi, quello artistico e quello poetico, si fondono in completa sintonia. È l’eterno linguaggio delle immagini che la parola trasforma in inchiostro sulla carta creando nel lettore-osservatore, emozioni non da poco conto. Un connubio tra arte e poesia nel quale parole e immagini interagiscono tra loro così tanto da donarsi in tutto quello che ciascuno ha sin nelle sue radici. Un testo a quattro mani, su due arti apparentemente diverse, Un progetto possibile solo quando si condivide e si ama anche la stessa materia: la carta. La carta, il profumo dei libri dove giacciono le parole rivestendosi anch’esse di carta attraverso l’arte. Una condivisone d’amori, di passioni, di intenti laddove ciascuna prova a lasciare la sua arte per donarla all’altra. All’interno del volume Haiku e Baishù accompagnano le immagini, due particolari forme di poesia. La prima giapponese della letteratura del sedicesimo secolo, caratterizzata da composizione brevissime (diciassette sillabe divise in tre versi (cinque, sette, cinque) evidenziati nel volume in rosso. La seconda cinese, caratterizzata dalla grande purezza e raffinatezza, composta da quattro versi e trentadue sillabe (sette, nove, sette, nove) evidenziati nel volume in blu. Anche se su piani diversi il lavoro delle coautrici è quindi frutto di ricerca, una ricerca sicuramente ispirata dalla emotività che solo un testo in simbiosi con l’immagine è in grado di dare. Una emotività che ha in qualche modo coinvolto le stesse artiste sul piano personale. Non a caso, infatti, le coautrici hanno in più occasioni dichiarato che la lavorazione di questo volume è stata una esperienza unica e indimenticabile. Una opportunità anche per chi si ritroverà tra le mani questo volume, perché difficilmente riuscirà a riporlo senza averlo gustato sino alla fine.

 Ho imparato a rifiorire, a ricominciare da capo e a prendermi cura di me stessa. A rinnovarmi, a progredire e a progettare nuove avventure, a cambiare pelle, a trasformarmi e a farmi tutt’uno con il cielo. Ho imparato a seguire le traiettorie della luce e a vivere, con pienezza, ciò che merita di essere salvato. A non dissolvermi come un arcobaleno ma a mettere radici per non sentirmi più impotente e in balia degli eventi e a fare tesoro dei miei sogni. A offrire alla mia vita, e alla mia anima, un senso, un appiglio. A non temere il tempo e a sfidare ciò che mi è estraneo. Ma soprattutto ho imparato ad avere nuovi occhi capaci di stupirsi, di lasciarsi urtare e colpire dalla bellezza.

Anna Di Fresco