“L’anno vecchio è finito….” cantava Dalla nella mitica canzone del 1978 “L’anno che verrà”, una lettera ad un amico nella quale lo scrivente descrive, al suo immaginario interlocutore, lo stato delle cose e il legittimo desiderio di cambiamento  e di un futuro migliore per tutti. Anche noi della redazione “dalloscaffalealweb” esprimiamo lo stesso desiderio e ci prepariamo, nel nostro piccolo, ad un nuovo anno ricco di novità, confidando come sempre nel Vostro sostegno.

E per questo abbiamo deciso di anticipare di un giorno l’uscita settimanale del nostro magazine, per  brindare insieme al nuovo anno e,  per farlo al meglio, ci siamo affidati ai consigli della nostra sommelier  Antonella.

Buona lettura e

Buon 2025 a tutti.

Carlo De Cesare

 

                                                                            Speciale Capodanno

I menù di Capodanno spaziano tra diversi sapori, consistenze, cotture, speziature. Abbinare i vini non è semplice.

Ancor di più con i piatti tipici e tradizionali, valorizzabili con etichette locali e quindi con vitigni autoctoni.

Insomma, ci vorrebbe un bicchiere per portata!

Naturalmente ciò può diventare complesso, dispendioso e a volte addirittura irrispettoso, se il nostro ospite porta in dono un vino di difficile abbinamento, che, per educazione, va comunque assolutamente aperto e messo in tavola.

Una soluzione potrebbe essere quella di abbinare la stessa bottiglia a più piatti.

Ad esempio, un metodo classico, come un Franciacorta, può aprire la serata accompagnando gli aperitivi, dare il là ad uno spaghetto alle vongole, per poi sposarsi con un secondo a base di crostacei.

La regola aurea è che le sensazioni del cibo e del vino raggiungano un equilibrio gustativo, e ciò può avvenire per concordanza o contrapposizione.

Un argomento meritevole di approfondimento, ma lontano dalla nostra esigenza di dedicarci al brindisi dell’ultima notte dell’anno.

Cosa stappare quindi dopo il fatidico conto alla rovescia: meno 3,2,1..Auguriii?

La scelta può ricadere su un metodo classico con il suo perlage fine ed elegante, che è un piacere alla vista nel flute per il brindisi, anche se i profumi si esprimerebbero al meglio in calici un po’ più ampi.

Si può optare per il francese Champagne, l’elegante e rotondo Franciacorta DOCG (Lombardia), oppure, il fresco e leggero Trento Doc (Trentino). Tutti e tre sono realizzati con uve Chardonnay, Pinot Nero, Pinto Meunier in diverse percentuali. Ciò che cambia sono i sentori in base ai mesi di affinamento sui lieviti, che non sono comunque mai meno di 15.

Importante è la scelta del grado zuccherino!  Pas Dosé (dosaggio zero), extra brut (0-6 gl), brut (inferiore a 12 gl), extra dry (12-17 gl), dry (17-32 gl), demi sec (35-50 gl), dolce (oltre 50gl).

Questione di gusti, se si tratta del brindisi senza abbinamento col cibo, magari per “ripulire” il palato dal cenone. Se invece si avvicina il momento dei dolci, l’associazione è per concordanza dolce con dolce e quindi le ultime due categorie sono sicuramente le più adatte.

Ad accompagnare panettoni, struffoli, pandori, cartellate, e il resto delle leccornie si possono scegliere vini fortificati come il Porto o il Marsala, il Barolo chinato, i passiti come lo Zibibbo o il Recioto di Soave, tutti ottimi in abbinamento anche ai giochi di società che accompagneranno la notte più lunga dell’anno.

Cin Cin

Antonella De Cesare