Manca poco meno di un mese alla chiusura del contest di scrittura “Le Maschere”. Mauro Galliano ci ricorda un classico di un grande drammaturgo, scrittore e poeta italiano: Pirandello

 “UNO, NESSUNO E CENTOMILA”

Cosa accadrebbe se doveste scoprire all’improvviso una insignificante quanto piccola imperfezione del vostro viso, della quale, sino a quel momento, non avevate mai fatto caso?

Probabilmente nulla, a meno che non siate Vitangelo Moscarda, il protagonista di “Uno, Nessuno e Centomila”, l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello pubblicato nel lontano 1926. Sì, quel secolo scorso che tanto ci sembra impolverato, eppure mai così attuale, come dimostra questo volume di circa cento anni fa.

Perché, diciamocelo, chi di noi non si è mai perso almeno una volta nel labirinto delle identità e apparenze dei social network?

Vitangelo Moscarda, tranquillo borghese con la sua vita ordinaria, scivola nell’abisso dell’autocoscienza, quando la moglie gli fa notare che il suo naso pende leggermente a destra. Una banalità, penserete. E invece no! Per Moscarda è il primo mattoncino che crolla di un intero castello di immagini di sé o, meglio, di quello che gli altri hanno costruito alle sue spalle. Da quel momento, la sua missione diventa scoprire chi è davvero, distruggendo una certezza dopo l’altra. Risultato? Un mix di illuminazione e disastro personale.

Che Pirandello fosse un genio lo sappiamo, ma che riuscisse anche a prevedere le crisi identitarie, figlie di questa era soffocata dalle migliaia di reti sociali virtuali, forse no. Davvero no. Perché ciò che emerge in “Uno, Nessuno e Centomila” è proprio questo: Quante versioni di noi esistono? Quale è la maschera che indossiamo con gli altri? E, soprattutto, perché il nostro selfie riesce meglio solo dopo numerosi tentativi?

Vitangelo Moscarda ci mette di fronte a queste domande con la lucidità di chi non ha filtri (in tutti i sensi).

La bellezza di questo romanzo è che riesce a essere profondo senza mai diventare pesante. Pirandello ci regala un protagonista tragicomico, capace di farci riflettere, mentre, allo stesso tempo, ridiamo della sua insicurezza esistenziale. Vitangelo è l’amico un po’ strano che tutti vorremmo avere; quello che combina disastri, ma che, alla fine, ti fa vedere il mondo con occhi diversi.

Un personaggio che oscilla tra il ridicolo e il geniale, proprio forse come ciascuno di noi.

È un libro per tutti. Eh sì! Se avete mai dubitato di voi stessi (quindi, se appartenete alla categoria degli esseri umani), allora sì! Questo libro è per voi!

Pirandello è un maestro nel parlare delle grandi questioni esistenziali con una scrittura leggera, che non si prende troppo sul serio. Fondamentale per chi cerca riflessioni profonde, ma anche per chi vuole solo una buona storia che faccia pensare, e perché no, sorridere.

Prendere in mano il volume “Uno, Nessuno e Centomila” significa accettare una sfida: guardarsi allo specchio e chiedersi “Chi sono davvero?”. Non aspettarsi risposte facili (o meglio, non aspettarle per niente). Pirandello, con il suo stile brillante e con quel pizzico di sadismo, che non guasta, ci ricorda che siamo un po’ tutto e un po’ niente. Un insieme di maschere che cambiano a seconda di chi ci guarda.

Un libro che ti scombussola, ma che alla fine ti fa capire che nell’incertezza ci si può anche divertire.

Geniale, no?

Mauro Galliano