Due settimane fa, su questo sito, abbiamo raccontato dell’evento che il 16 novembre 2024 si è svolto nella splendida cornice della Stazione Leopolda di Firenze: la presentazione della Guida Vitae 2025. Un evento nel quale sono stati anche consegnati i 22 Tastevin alle cantine che hanno ricevuto la valutazione di eccellenza, il tutto magistralmente presentato, con dei ritmi straordinari, da Gianluca Semprini.
Sempre in quella stessa occasione, si è svolto il concorso Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2024 – Premio Trentodoc, vinto da Andrea Gualdoni di Ais Lombardia.
Nell’articolo di oggi approfondiremo proprio questa particolare parte della giornata!
Tre i candidati a concorso: Andrea Gualdoni di Ais Lombardia, Massimo Tortora di Ais Toscana, Artur Vaso di Ais Lombardia. Nove le prove da completare in soli 18 minuti. Una corsa contro il tempo dove l’immediatezza della risposta è fondamentale.
Allestite sul palco tutte le postazioni; da quelle di degustazione, ai tavolini con 6 giudici, 2 per ognuno, pronti con le domande. Ai lati del palco tutti gli altri esaminatori pronti, invece, con le schede di valutazione.
La prima prova è stata la degustazione di un vino alla cieca, da raccontare e poi da individuare su una lista di otto papabili.
Subito dopo, al tavolino accanto, Vitigno e Terroir, quattro i vini da raccontare in inglese: tre Pinot di Bourgogne e… un intruso da identificare.
Al tavolino successivo, sempre velocemente, prova di Abbinamento e Comunicazione con indosso i panni di sommelier di sala. Una volta presentato l’olio del ristorante, la cui tipologia è scoperta dal candidato in quel momento, ai commensali viene proposto il migliore abbinamento tra quattro opzioni di bollicine con il piatto, “Piccione in crosta, cardoncello, fegato d’oca e ribes”. Una volta fatto, naturalmente, si stappa e si versa!
A seguire, sempre in tema di “aperture” la prova di Stappatura e Servizio con una bottiglia d’annata aperta con il consono cavatappi a lame.
Ultimo, ma non ultimo, il tavolino degli appassionati di birra, con l’individuazione, alla cieca, della tipologia degustata, tra le quattro opzioni proposte.
La sesta prova prevedeva invece il riconoscimento dei Distillati tra tre diverse tipologie. Una delle prove più difficili, a detta dei partecipanti..
A questo punto i candidati, si dispongono di tre quarti sul palco, a favore dello schermo per la prova di Comunicazione per la quale occorre molta esperienza. Una competenza sicuramente frutto di anni studio, ma soprattutto di tanta passione.
Nella carrellata di quest’anno: Territorio – Jerez de la Frontera; Personaggio – Franco Biondi Santi; Etichetta – Sauternes Chateau D’Yquem.
Grande la partecipazione del pubblico che ha seguito con emozione i candidati sin dai primi momenti, empatizzando sulla difficoltà delle prove, al termine delle quali abbiamo voluto sentire a caldo i commenti dei candidati:
Artur Vaso: AIS Lombardia – Delegazione Brescia
Com’è andata?
E’ sempre difficile. Comunque una bellissima esperienza, tantissime emozioni. Credo che al di là del risultato vinca l’amicizia, perché qui siamo tutti amici. Per quanto riguarda la mia prestazione, se dovessi risalire sul palco farei le stesse cose, ma con qualche cambiamento, quello si.
Quanto tempo ci hai messo per prepararti?
Non c’è un tempo! è la preparazione di una vita. E’ chiaro che nell’ultimo periodo si vanno a rivedere tantissime cose, quindi è un periodo molto stressante da questo punto di vista.
Massimo Tortora: Ais Toscana – Delegazione di Livorno
Com’è andata questa edizione per te?
Questa edizione? Fantastica! E’ dal 2015 che sto affrontando il concorso “Miglior Sommelier d’Italia”. Fortunatamente a 6-7 finali sono arrivato 2-3 volte secondo, 3-4 volte terzo, quindi sempre lì vicino, poi ovviamente trovo sempre concorrenti molto molto preparati. Per me questo era l’ultimo anno e veramente chiudo felicissimo, non potevo chiedere altro. Grazie davvero a tutti.
Cosa ti ha messo più in difficoltà e cosa ti ha divertito di più?
Allora, la parte più difficile per me è stata quella in lingua. Infatti sono stato nei tempi, senza andare oltre, perché sarebbe stato difficoltoso. La parte più interessante, sicuramente birre e distillati, perché in realtà sono complementari all’interno del mondo del vino, però, sono sincero, difficilmente se ne fa uso, o comunque, si fa servizio al tavolo di questi prodotti. Mi ci sono approcciato negli ultimi mesi, e sono contento di aver selezionato correttamente due, dei tre distillati proposti.
Di Andrea Gualdoni abbiamo raccolto le emozioni post prove, ma soprattutto post vittoria.
Andrea Gualdoni: AIS Lombardia – Delegazione Cremona-Lodi – Vincitore “Miglior Sommelier d’Italia” 2024
Com’è andata?
Bene, è tosta. Mi sono preparato tanto, in tanti mesi. E’ un lavoro davvero lungo; tante degustazioni, tanto palco. Sono contento di com’è andata, e questa è la cosa fondamentale.
Cosa ti ha emozionato di più?
La reazione del pubblico, tanto, perché hanno applaudito. Poi le tante persone che sono venute a dirmi che sono bravo, e questa è stata la cosa più importante per me. Infine, i distillati, perché ci ho lavorato tantissimo, perché non era la mia prima fonte.
Da dove è nata l’idea di partecipare? Era la prima volta che ci provavi?
L’idea di partecipare ai concorsi mi è nata per accrescere quelle che sono le mie competenze, tramite il consiglio di quello che fu allora il mio maestro, Luigi Toperazzo, all’Osteria del Binari a Milano, che mi spinse a provare il concorso di “Miglior Sommelier della Lombardia”, dove, nel 2019 arrivai terzo e nel 2020 vinsi. Dopo il regionale, il mio obiettivo diventò il nazionale, sempre per migliorarmi. Ho partecipato del 2021 e 2022 arrivando quinto tutte e due le volte, nel 2023 non ho partecipato, e quest’anno nel 2024 ho vinto.
Quanto hai studiato e come, che percorso hai fatto?
Ho studiato molto, non in un tot di tempo, ma in anni, sia dal punto di vista teorico, quello che è il vino in Italia, in Europa e nel mondo, e poi quello che va oltre il vino, ovvero le acque, i distillati. Quindi un percorso di studi molto difficile, unito a quello che è un percorso di degustazione, perché molto importante per un sommelier è allenarsi da quel punto di vista, quindi con degustazioni, eventi, visite in cantina. Così sono riuscito ad avere una preparazione adeguata.
Quanto ti hanno aiutato i tuoi lavori?
Dopo l’Osteria del Binari a Milano, ho lavorato con la famiglia Cerea “Da Vittorio” per più di tre anni, a Brusaporto, a Saint Moriz e poi a Shanghai. Sono appena tornato da quest’ultima e inizierò una nuova esperienza con un altro gruppo a Londra in un ristorante 3 stelle Michelin, sia per provare a continuare con altri studi, sia per fare esperienza in una città fondamentale che è Londra. Mi ha aiutato tantissimo lavorare, “Da Vittorio”, ho fatto un’esperienza in quello che è uno dei ristoranti più importanti del mondo, in tre sedi diverse. Lavorare all’estero mi ha consentito di incontrare più clientela, di assaggiare più vini, di migliorami sicuramente anche su quello che è il servizio in sé, soprattutto nella sede di Brusaporto che vanta uno dei più grandi servizi in sala del mondo e quindi questo mi ha aiutato molto ad unire tutte quelle che sono le doti da sommelier con quelle di uomo di sala.
Che consigli potresti dare a chi sta pensando di partecipare? Vale la pena farlo?
Assolutamente si. Consiglio di partecipare e crederci perché quello che ti dà indietro è davvero tanto, e si riesce a crescere, a confrontarsi, porta a cercare di superare i limiti. Quindi consiglio vivamente di partecipare a questi concorsi.
Cosa ti aspetti da questa vittoria?
Da questa vittoria non mi aspettavo niente, perché non ci si crede mai finché non arriva davvero. Ovviamente è un coronamento di quella che è stata la mia carriera, di tutti i gli sforzi e sacrifici che ho fatto. Spero che mi dia il giusto grado di visibilità, e che, comunque vada, mi permetta di riconoscere il mio ruolo di sommelier all’interno dei ristoranti. E niente, sono semplicemente molto felice di questa vittoria.
Quali altri obiettivi hai?
Il prossimo obiettivo sarà con la Court of Master Sommelier, che è un Istituto che ha sede a Londra. E’ uno degli istituti più importanti per la sommellerie, per cui ho già conseguito il livello advanced ad aprile a Santorini. Proverò a fare l’esame per Master Sommelier, ce ne sono meno di 300 nel mondo, ma potrò farlo solo tra due o tre anni, perché c’è una lunga lista d’attesa. Quello sarà il mio prossimo obiettivo. Oltre a fare l’esperienza londinese, tra alcuni anni, vorrei realizzare uno dei miei sogni: quello di partecipare ai campionati di Miglior Sommelier del Mondo.
In conclusione: Bravi ragazzi!! È stato d’ispirazione vedere tutta la vostra preparazione e passione.
Parola di Antonella
Antonella De Cesare