Al mio Libero Pensiero,
mia Libertà,
mio Infinito
Così Antonio Tanzillo esordisce nella sua opera “ I miei passi nel silenzio” ponendo l’accento su ciò che primeggia e anima la sua poetica: “la libertà di pensiero”.
Una dedica, questa ultima, che fa della libertà la musa ispiratrice in grado di liberare i sogni immersi nella musicalità di una metrica che appare lontana nel tempo tant’è l’erudizione e che, tuttavia, sorseggia alla coppa del presente toccando temi disparati e complessi, vicini agli afflati del cuore, come quando nell’opera su citata inneggia alla luna e al suo romantico influsso, sospesa com’è nell’oblio di una notte estatica.
Mostri vanesia il tuo quarto
in questa notte pronta ai sospiri,
tu, maestra di incanto e stupore
E sempre al cuore e ai suoi tormenti si rivolge l’opera “liane del cuore” un intelligente dialogo in poesia che aggrappa i pensieri lungo l’intreccio di corde incollate al cuore, unico motore di ciò che sospinge l’anima la quale, libera, muove nello spazio del corpo solo per riceverne i battiti e dunque divenire.
Tanzillo e il suo pensiero sfidano la società con le sue ingiustizie a suon di parole in rima, scardinando il dolore le cui radici si insinuano in un presente crudele, privo della grazia poetica caratteristica dei suoi scritti.
Nell’ultimo suo lavoro, infatti, incontriamo la grazia e allo stesso tempo la forza cogente di un anima che freme di fronte alle tragiche morti della terra dei fuochi.
Gocce sulla terra dei fuochi infatti è un lavoro che concilia l’animo sensibile dell’autore con il suo libero pensiero, un incontro che pone in essere un’opera dal valore introspettivo e allo stesso tempo aperto verso un vivo resoconto dei fatti sconcertanti avvenuti nell’area denominata appunto terra dei fuochi.
Gocce cadono timide
a mondare l’arsura di speranza
che in noi anela alla bellezza
e le attese mai sopite,
come una manna dolce,
poi sperare, ancora, in un qualcosa
che possa cambiare,
davvero, il nostro essere uomini
Un invito al cambiamento che solo un’anima trasognante ma non anacronistica, qual è quella di Antonio Tanzillo può dipingere come speranza, quella gentile speranza di chi difendendo l’umanità auspica in essa un’empatia nobile.
Anna Di Fresco