Perché Barteleby

Al di là del volume, decisamente un gioiello della letteratura americana, il personaggio di Melville ci sembrava adatto al periodo ferragostano. La stagione estiva si sa rallenta un po’i ritmi frenetici della vita quotidiana, e ad agosto il rischio di cedere al desiderio di starsene un po’ in ozio è decisamente alto. E allora non ci resta che prendere esempio proprio dal protagonista del romanzo, Barteleby, quello scrivano che amava starsene in silenzio ad oziare, e nel nostro caso, magari con un buon libro tra le mani. Se quindi stai cercando una lettura breve ma intensa, a tratti umoristica, ma capace anche di lasciarti con domande profonde sulla vita e sulla società, “Bartleby lo scrivano” di Herman Melville, nella traduzione di Gianni Celati, è il libro che fa per te.

Pubblicato nel 1853, questo racconto lungo merita senza alcun dubbio un posto d’onore nella tua libreria. In poche pagine, Melville riesce a costruire una storia che rimane impressa nella mente del lettore.

Ambientato nella New York del XIX secolo, il racconto è narrato in prima persona da un anziano avvocato che gestisce un piccolo studio legale. Bartleby viene assunto come scrivano, un lavoro che all’epoca consisteva nel copiare a mano documenti legali. Ma Bartleby non è un impiegato qualunque. Presto, inizia a rifiutare le mansioni assegnategli con una semplice frase: “Preferirei di no”.

Questo ripetuto rifiuto diventa il cuore del racconto, trasformando una semplice storia di lavoro in un’esplorazione profonda dell’alienazione umana e della resistenza silenziosa.

Il mantra che il protagonista ripete sempre con estrema calma e gentilezza, sfida il lettore a riflettere sulla propria vita e sulle pressioni quotidiane che ci vengono imposte. In un mondo in cui siamo spesso definiti dal nostro lavoro e dalla nostra produttività, la scelta di Bartleby di non partecipare diventa un atto di ribellione silenziosa.

Melville, con la sua scrittura moderata e incisiva, riesce a creare un ritratto inquietante dell’alienazione che molti di noi possono riconoscere ancora oggi. Bartleby è un personaggio che si distacca progressivamente dalla società e dalle sue aspettative, rifiutando di conformarsi alle regole non solo del mondo del lavoro, ma della vita stessa.

In questo modo, la frase “Preferirei di no” diventa simbolo dell’impotenza dell’individuo di fronte a un mondo che lo schiaccia e lo rende invisibile. Il protagonista del racconto, sembra incapace di trovare un significato nel suo lavoro o nella sua esistenza, e la sua inazione può essere letta come un sintomo di depressione o di una forma estrema di burnout. L’avvocato, pur essendo un uomo di buon cuore, rappresenta l’incapacità della società di comprendere e affrontare il disagio esistenziale che affligge Bartleby.

“Bartleby, lo scrivano” è un libro che non ti lascerà indifferente. Che tu sia un appassionato di letteratura classica, un amante delle storie che fanno riflettere, o semplicemente alla ricerca di una lettura che ti porti a considerare la vita da una prospettiva diversa, questo racconto è una scelta eccellente.

La sua forza sta nella sua semplicità: Melville non ha bisogno di tanti fronzoli narrativi per trasmettere il suo messaggio. Al contrario, è proprio attraverso la sobrietà della sua prosa che riesce a costruire un’opera di rara intensità emotiva e intellettuale. Leggere “Bartleby lo scrivano” è un’esperienza che ti spingerà a riflettere non solo sul mondo che ti circonda, ma anche su te stesso.

Se ancora non hai letto “Bartleby, lo scrivano”, è il momento di farlo. Ti troverai di fronte a un testo che, pur nella sua brevità, ha la capacità di rimanere con te a lungo, stimolando riflessioni e discussioni che vanno ben oltre la pagina scritta.

Bona lettura

Mauro Galliano