Vorrei parlarvi oggi, nella terza giornata ad Assisi del G7 dedicato alla inclusione e alla disabilità, di un volume pubblicato qualche tempo fa da Feltrinelli “Nessuno può volare” di Simonetta Agnello Horby. Un testo che alla luce anche di quanto emerso proprio in questi giorni rimane purtroppo ancora attuale.    

“Nessuno può volare” è infatti un’opera che nasce da una riflessione intima e personale della scrittrice siciliana, su un tema tanto delicato quanto centrale nella sua vita: la disabilità. Questo libro è un viaggio fisico, emotivo e culturale, dove l’autrice ci accompagna alla scoperta di una realtà che troppo spesso viene ignorata o mal compresa.

Il testo prende spunto dalla condizione del figlio George, che da anni convive con la sclerosi multipla. Simonetta Agnello Hornby intreccia sapientemente la narrazione della loro vita quotidiana con riflessioni più ampie sulla diversità, sull’accettazione e sulle barriere, non solo fisiche, ma anche e soprattutto culturali. Il titolo stesso “Nessuno può volare”, è una metafora pungente: siamo tutti in qualche modo “limitati”, nessuno ne è privo. La vera sfida di oggi è quindi quella di accettarli e convivere con essi.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo libro è il taglio originale, che alterna il diario di viaggio dell’autrice con riflessioni sulla storia della disabilità in Italia e nel mondo.

Agnello Hornby ci porta in giro assieme a  George, descrivendo non solo le bellezze artistiche e paesaggistiche dei luoghi visitati, ma anche le oggettive difficoltà riscontrate negli spostamenti, e le discriminazioni alle quali i soggetti diversamente abili sono continuamente sottoposti.

Il viaggio diviene così un pretesto per esplorare in profondità il tema della diversità facendo emergere le incongruenze di una società solo apparentemente inclusiva, ma che nei fatti o non lo è affatto o non lo è abbastanza.

Il linguaggio della scrittrice è intimo, delicato ma anche diretto. Riesce a toccare corde profonde senza mai cadere nel pietismo o nella retorica. La narrazione è arricchita da aneddoti personali che rendono la lettura ancora più coinvolgente, mettendo in evidenza il forte legame tra madre e figlio e il comune desiderio di una vita dignitosa e non commiserevole.

La disabilità di George viene raccontata con onestà, ma anche con la determinazione di chi aprendosi alla speranza non cede allo sconforto; ed è questa forse la lezione più grande di questo volume.

Un altro aspetto interessante è senza dubbio la prospettiva storica e culturale che l’autrice offre. Attraverso infatti riferimenti alla letteratura, all’arte e alla storia, Simonetta Agnello Hornby mostra come la disabilità sia stata sì percepita nel corso dei secoli, ma maltrattata.

Da un passato in cui le persone disabili erano emarginate perché  ridotte a casi clinici disperati o peggio a fenomeni di morbosa curiosità, ad un presente nel quale, nonostante gli indiscutibili progressi, non è ancora garantita per tutti la completa inclusione sociale.

Nessuno può volare, quindi, non vuole essere solo un libro sulla disabilità, ma anche e soprattutto una occasione per riflettere a 360°sulla condizione umana.

La fragilità, il dolore, ma anche la bellezza della vita emergono con forza, ricordandoci che ogni essere umano ha sì dei limiti, ma allo stesso tempo anche immense risorse per affrontarli.

Un libro che invita il lettore a guardare oltre le apparenze, per imparare a riconoscere e apprezzare la diversità di ciascuno.

Mauro Galliano